Lo storico locale Aurelio
Carlino, nella sua perenne ricerca della storia del Lazio meridionale, ci
regala l’ennesimo studio, questa volta su Castelnuovo Parano (Frosinone).
Carlino ha avuto la possibilità di avere tra le mani un volumetto, risalente al
1904, dal titolo “Memoria della chiesa parrocchiale di santa Maria annunziata
in Castelnuovo Perano per Antonio Jannelli – abate curato”. Si tratta di una
specie di auto-difesa dell’abate Jannelli che trasmette al vicario di
Montecassino, Bruno Maria Petriconi circa la situazione della chiesa di
Castelnuovo, considerato che gli era stato chiesto di prendere le redini della
parrocchia, a cui avrebbe rinunciato, se possibile. Carlino ha raccolto le
varie sezioni (capitoli) che parlano in dettaglio della chiesa: Parrocchialità
della chiesa, diritto patronato laicale, patrimonio o beni della chiesa
parrocchiale, amministrazione dei bei della chiesa, rappresentanza della chiesa
parrocchiale, congrua del parroco o abate curato, vicende della chiesa
parrocchiale nel temporale, conclusione e voti, documenti. Un’interessante
fotografia del 1903 della chiesa parrocchiale di santa Maria annunziata in
Castelnuovo Parano, con cui l’autore Antonio Jannelli rende omaggio postumo
alla nonna Dorotea Di Marzio, e che Aurelio Carlino, pazientemente ha rimesso
in ordine, evitando che il tempo facesse danni ulteriori, e che ora è possibile
vedere stampata, in edizione originale, grazie alla tipografia Caramanica di
Scauri. Un ringraziamento va ad Aurelio Carlino, sempre in prima linea, per l’attaccamento
al territorio del golfo di Gaeta ed all’entroterra del Lazio meridionale ricco
di storia, tradizioni e cultura da far scoprire ai nostri giovani, che devono
amare la nostra terra per conoscere il nostro passato con uno sguardo al
futuro.
sabato 22 febbraio 2020
giovedì 20 febbraio 2020
LABORATORIO DIDATTICO AL “CELLETTI” DI FORMIA.
Gli istituti per i servizi della ristorazione e dell’ospitalità
alberghiera, più noti con la tradizionale denominazione di “Istituti
alberghieri”, fin dalla loro nascita si sono caratterizzati per una formazione tecnico
professionale attenta a valorizzare il patrimonio delle risorse ambientali,
artistiche, culturali, artigianali del territorio e promuovere la tipicità dei
prodotti agroalimentari locali. Al fine di realizzare questo scopo, l’Istituto “Celletti”
di Formia ha organizzato quest’ anno tre serate dedicate al ristorante
didattico. La prima si è svolta nel primo trimestre, il secondo appuntamento,
che precede l’ultimo incontro previsto per il mese di aprile, si è tenuto
invece martedì 18 febbraio. Il tema che gli allievi stanno affrontando in
questo anno accademico è la lotta allo spreco alimentare, ovvero, come
utilizzare al meglio il cibo ottimizzando quantità e qualità del prodotto (ad
esempio scegliendo prodotti a km zero, alimenti bio, prediligendo quantità
proporzionate al numero degli ospiti). Il laboratorio è stato una vera e
propria lezione serale, durante la quale i ragazzi hanno presentato, sulla base
della tematica prescelta, i piatti realizzati con il relativo abbinamento dei
vini spiegando il lavoro sia in italiano che in lingua in inglese. Il menù
proposto, realizzato dalle classi quarte, è stato condiviso oltre che con il dirigente
scolastico, che anche questa volta non ha mancato di complimentarsi con i suoi
studenti, anche con tutto il corpo docenti e collaboratori scolastici. All’evento
hanno preso parte altresi i titolari delle strutture alberghiere del
territorio, affinché questi laboratori, come ha ricordato più volte il dirigente
Piantadosi nel corso del suo intervento, non siano solo un momento di
condivisione e apprezzamento per il lavoro dei ragazzi ma, anche e soprattutto
l’occasione per mettere in contatto la scuola con il mondo del lavoro e
viceversa. Durante la serata sono intervenuti anche gli studenti che hanno
primeggiato ai Campionati della Cucina Italiana 2020 a Rimini guadagnando tre
medaglie d’oro, tre d’argento e tre di bronzo. Il dirigente ha poi concluso
spiegando agli ospiti come il suo Istituto, sia sempre in prima fila per
valorizzare la ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare, costituito da
un’infinita varietà di prodotti che nascono, secondo diverse geografie e di
quanto questo sia espressione di una tradizione locale ricca di storia che
caratterizza in maniera inequivocabile il nostro “stile italiano” .