giovedì 22 settembre 2016

Il Lazio meridionale.

















Il Lazio meridionale (o, impropriamente, basso Lazio) è l'area storica laziale a sud di Roma che comprende le province di Frosinone e Latina. La regione fu occupata, dal 2000 a.C. circa, dalla prime popolazioni indoeuropee discese in Italia. I Latini si insediarono nella zona che chiamarono poi Latium vetus. Tale regione comprendeva la parte nord-occidentale dell'antico Latium con a sud-est un confine poco definito geograficamente. Nella più ampia regione verso sud-est, tra gli Appennini ed il mare, si stabilirono invece i Volsci, gli Equi, gli Ernici e gli Ausoni. Questa zona eterogenea fu in seguito chiamata dai Romani Latium novum o adiectum, ovvero "aggiunto", perché era un territorio che essi avevano aggregato in seguito alle loro progressive conquiste del V e IV secolo a.C. Si estendeva verso sud fino al tratto del fiume Liris oggi detto Garigliano; secondo Plinio il Vecchio si estendeva anche leggermente più a sud fino a Sinuessa. Le città del Latium adiectum erano:
  • Caieta (Gaeta);
  • Casinum (Cassino), da cui passava la Via Latina, ultima città del Latium (verso sud-est);
  • Formiae (Formia), detta Hormia o Ormiai per l'eccellente approdo, sede dei Lestrigoni di fondazione laconica da cui passava la Via Appia;
  • Fregellae (località Isoletta di Arce), nei pressi del fiume Liri, al tempo di Strabone ridotta ad un villaggio; quando si ribellò venne distrutta dai Romani (nel 124 a.C.);
  • Fundi (Fondi), posta sulla Via Appia;
  • Minturnae (Minturno), un tempo chiamata Pirae ed a quel tempo divisa in due dal fiume Liri (Clanis), presso la quale passava la Via Appia;
  • Sinuessa (Mondragone), l'ultimo luogo del Latium adiectum, da cui passava la Via Appia e nelle cui vicinanze vi era una località termale nota per curare alcune malattie;
  • Sora (Sora) sul Liri;
  • Speluncae (Sperlonga), che sorge su un promontorio dove all'epoca di Strabone sorgevano immense caverne occupate da grandi e lussuose ville o residenze (come la villa dell'imperatore Tiberio);
  • Tarracina (Terracina), un tempo chiamata Trachine (in seguito Anxur, in lingua volsca), posta sul sito dell'antica Amyclae o Amynclae, lungo la Via Appia.
Le due regioni storico-geografiche entrarono in seguito a far parte, insieme alla Campania, della Regio prima (più tardi nota con il nome di Latium et Campania) nella suddivisione territoriale e amministrativa stabilita dalle riforme di Augusto. In età imperiale il Lazio era ormai percepito come un'entità unica, mentre restava netta la distinzione rispetto alla Campania, con il confine fissato al fiume Garigliano. Nell'Alto Medioevo l'area si frammentò sotto l'influenza contrapposta dei Longobardi e dei Bizantini; si vennero definendo in tale epoca lo Stato Pontificio (i cui patrimonia arrivavano al Garigliano) e la Terra di San Benedetto, realtà che riaggregarono il Latium in due blocchi separati. Si creò così uno dei confini più stabili d'Europa, dato che le due Signorie non avevano motivo di aggredirsi a vicenda, ma anche il più permeabile e il meno militarizzato per via del prestigio papale. Il rinascimento vide la nascita del Ducato di Sora e le feroci lotte contro il banditismo. In epoca normanno-sveva, grazie ad una politica di conquista progressiva, si definì la Terra di Lavoro del Regno di Sicilia; maggiore stabilità si ebbe quando nacque il dipartimento di Terra di Lavoro del Regno di Napoli, con capoluogo Capua fino al 1818 e poi Caserta. Si ebbero scontri di potere, per esempio tra Capua e la sottomessa Cassino in ricerca di maggiore autonomia. Il dipartimento comprendeva l'intera attuale provincia di Caserta, la parte meridionale delle attuali province di Frosinone e Latina, parte dell'agro nolano e le isole Ponziane. Comprese addirittura per quattrocento anni una enclave pontificia: Pontecorvo. La Terra di Lavoro, come tutti i dipartimenti del Regno, era suddivisa a sua volta in circondari, mandamenti e universitas demaniali e feudali. Sora era capoluogo di circondario, e ospitava gli uffici principali; l'altro capoluogo poi passato al Lazio era Gaeta. Dopo secolari negoziati tra Papato e Re Borbonici, solo il 26 settembre 1840, papa Gregorio XVI e Ferdinando II sottoscrissero un trattato di confinazione, che pose termine allo stato di incertezza (per la verità riguardante al massimo poche centinaia di metri "più in qua" o "più in là", ma la linea di confine era "grosso modo" definita da secoli e secoli) in cui versava la frontiera dei suddetti stati, causa di dispute tra le popolazioni. L'apposizione di cippi di confine in pietra avvenne tra il 1846 e il 1847. Con regio decreto del 6 dicembre 1926 nacque la provincia di Frosinone, che includeva gran parte del Lazio meridionale, da Velletri al Garigliano; la provincia fu ridotta di dimensioni con regio decreto del 2 gennaio 1927, cedendo alla provincia di Roma la fascia tirrenica e il Veliterno; il 25 gennaio 1934 fu istituita la provincia di Littoria, oggi Latina, scorporando le aree più a sud della provincia di Roma; nel 1970, quando fu istituita la regione Lazio, il Latium riconquistò unità amministrativa, a scapito di quella plurisecolare che era la Terra di Lavoro, ormai completamente frammentata. Alcuni fanno risalire all'attuale configurazione provinciale il faticoso sviluppo nel Novecento del golfo di Gaeta, del Cassinate e della valle di Comino, a vantaggio delle zone di Latina e Frosinone, poiché queste aree costituiscono le estreme appendici meridionali di due province verticali, con capoluoghi legati nella forte e compatta area d'influenza di Roma. Di conseguenza è stato effettuato un decentramento di alcuni uffici provinciali ed è stato anche avviato l'iter per l'istituzione di nuova provincia, spesso indicata come del Lazio meridionale; attualmente tale iter ha ottenuto un arresto, in attesa di sufficienti fondi che sopperiscano al conseguente aggravio di spesa. Alcuni, ignorando la discontinuità storica, identificano il Lazio meridionale con l'intero Latium di epoca classica: una regione delimitata dal Tevere, dal fiume Garigliano, dal mar Tirreno e dalle propaggini degli Appennini verso l'interno. A nord vi era la Tuscia e a sud la Campania. Tale area geografica corrisponde all'antica provincia di Campagna e Marittima e alla parte oggi laziale dell'antica Terra di Lavoro. Il confine tra le due province prima dell'Unità è stato tra i più stabili sulla Penisola. Alcuni invece identificano con il territorio del Lazio che fece parte della Terra di Lavoro una nuova area peculiare. Questa identificazione è sostenuta da quelli che vedono l'attuale struttura provinciale un ostacolo allo sviluppo e da quelli che giudicano gli attuali confini regionali e provinciali una forzatura storica. Tali considerazioni hanno dato origine a movimenti che puntavano alla formazione di una nuova provincia nel Lazio Meridionale. Tali movimenti sono stati particolarmente vivaci nel Cassinate che, tra 1956 e 2006, è stato al centro di ben dieci proposte di legge per far diventare Cassino capoluogo di una nuova provincia. Le proposte parlamentari sono state presentate dai deputati Angelucci (1956); Picano (1984); Pecoraro Scanio (1996), Testa (1997), Magliocchetti (1997) (queste ultime supportate dalla nascita nel 1999 del MASL, Movimento Autonomista Sud Lazio), Tofani (2004), La Starza e Conte (2004) ed, infine, dal deputato Formisano (2006); le iniziative a livello regionale sono state prese dal consigliere Gentile (1993) e dai consiglieri Vitelli e Collepardi (1998), mentre le proposte iniziali riguardavano l'istituzione della "Provincia di Cassino", dal 1996 si iniziò a parlare di "Provincia del basso Lazio" o "Provincia del Lazio Meridionale" con capoluogo Cassino, ma comprendente anche il comune di Sora, in modo da ricalcare i confini storici della Terra di San Benedetto. L'ultima proposta, datata 2006, prevedeva invece una provincia "tripolare", con capoluoghi le città di Cassino, Sora e Formia. Tale proposta, che era giustificata dal fatto che l'attuale configurazione territoriale “longitudinale” delle provincie di Frosinone e Latina, con la posizione dei relativi capoluoghi a una distanza considerevole (talvolta superiore a 100 chilometri) dalla maggior parte dei comuni del Lazio meridionale, avesse determinato nel tempo scelte politico-amministrative troppo spesso sbilanciate in favore delle aree settentrionali della provincia, anche per effetto della forza centrifuga esercitata dal polo romano. La suddetta proposta parlamentare era rafforzata dalle delibere favorevoli di 41 dei 63 comuni interessati, che rappresentavano la maggioranza della popolazione dell'area stessa (circa 205.000 abitanti su 310.000 complessivi). Il confine storico corrisponde comunque ad un confine di tipo linguistico: l'antica linea di confine tra Lazio e Campania, fino al 1870 confine di Stato, segna con buona approssimazione anche un confine linguistico tra l'area dei dialetti italiani mediani e quella dei dialetti italiani meridionali, ancorché sul versante sud si ravvisino (fino al limite del Garigliano) talvolta elementi dialettali laziali di probabile substrato, soprattutto nel vocalismo e nella fonetica in genere, ma anche, per quanto riguarda la provincia di Frosinone, nel lessico. La fondazione di nuove provincie di fronte alla legge ha solo giustificazione pratica, in primis una diversa distribuzione delle risorse sul territorio: i capoluoghi Frosinone e Latina, come detto, sono molto decentrati rispetto al territorio che amministrano. Molti invece auspicano solo un maggiore decentramento degli uffici provinciali perché la creazioni di nuove amministrazioni locali creerebbe innegabilmente un aggravio di spesa. Va tenuto conto, comunque, che l'orientamento degli ultimi governi verso l'abolizione delle province ha, di fatto, portato al decadimento del dibattito. Istituita nel 1979, l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale è il fulcro della cultura nel Sud del Lazio. Ha sede a Cassino e per via della sua posizione strategica sull'antica Via Casilina che collega Roma a Napoli, costituisce il punto di incontro tra le città del Lazio Meridionale, della Campania, del Molise e dell'Abruzzo dalle quali canalizza la maggior parte degli studenti, anche grazie alla tradizione umanistica e culturale portata avanti nei secoli dall'abbazia di Montecassino. Ha, inoltre, sedi distaccate a Frosinone, Sora ed Atina.

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