martedì 11 agosto 2020

Minturno nel 1894

Pronao della chiesa dell'Annunziata - 1888

Chiesa di san Francesco - 1866
 

Da una ricerca circa la storia del territorio aurunco mi sono imbattuto nell’Annuario d'Italia - Calendario generale del Regno – Edizione del 1894, scoprendo che la città di Minturno, in quel periodo, era un mandamento con una popolazione di 16.673 abitanti, dipendente dal Tribunale di Cassino, la conservazione delle ipoteche era a Santa Maria Capua Vetere, l’ufficio di P.S. a Gaeta, l’ispezione forestale ed uffizio metrico a Caserta, mentre l’Agenzia delle Imposte e l’Uffizio di Registro era a Minturno. Da questo documento si evince che Minturno faceva parte del collegio elettorale di Sessa Aurunca e della diocesi di Gaeta (capoluogo di circondario), Caserta era il capoluogo di provincia e Napoli sede della corte d’appello. Gli abitanti del comune di Minturno 8.224. In quegli anni era fiorente la produzione di cereali, con lo storico mercato del sabato e la fiera del 25 luglio e del 13 dicembre (bestiame). Sindaco dell’epoca era Cesare Bruno, segretario comunale Angelo Grossi; delegato scolastico mandamentale era Domenico Nibaldi. L’ufficio del registro era diretto da Eugenio Vaudano, l’agente dell’Agenzia delle Imposte era Alessandro Vitale. La pretura era diretta da Enrico Romano, il cancelliere era Raffaele De Luca, i notai Francesco Conte e Filippo Merola. Albergatore di Minturno era Giovanni Mallozzi; era presente la Banca Cooperativa Popolare che aveva un capitale sociale di lire 30.000. Negozianti di bestiame: Vincenzo Mallozzi, Nicola Montanaro ed Antonio Zambarelli. Negozianti di cereali: Antonio Conte, Giovanni Faraone, Antonio Mauro e Giacomo Saltarelli. Nel territorio comunale era presente una fabbrica di laterizi: La Società Anonima Fornaci alle Sieci dislocata nella frazione di Scauri. Negoziati di legname erano Crescenzio Bruno ed Angelo Moresi; esisteva il molino di Antonio Tucciarone. L’olio d’oliva era commercializzato da Damiano Bottini e panettiere era Filippo Conte. Esisteva anche un negozio di pellami di Mariano Zinicola, i pizzicagnoli erano Giovanni Nasta e Giuseppe Roberto. A Scauri era operativa una società di spedizioni curata da Pasquale Improta, mentre il negozio di stoviglie era di Raimondo Zambarelli. Erano ben quattro i commercianti in tessuti: Enrico Bruno, Colomba Ciufo, Antonio Mauro e Filomena Nanni. Famose le trattorie di Simone Perrella e Gennaro Sasso. Tra le professioni più importanti c’era Filippo Mazzucco (Agrimensore), i farmacisti Giuseppe Adipietro, Pasquale Giaquinto e Filippo Leo, mentre i medici chirurghi erano Filippo Conte, Enrico Fedele e Luigi Loce. Questo è un quadro che fa capire che nel 1894 Minturno era un comune molto attivo e sicuramente uno dei più importanti della Terra di Lavoro.

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