martedì 25 giugno 2024

Le catacombe della cattedrale di san Pietro in Minturno (Rossella Serao)















E' un sabato mattina. All'ingresso della cattedrale di san Pietro, don Cristoforo mi riceve accogliente e con disponibilità. Mi racconta che è parroco a Minturno da 4 anni, ma io l'ho conosciuto solo di recente. Gli chiedo se può se può aprirmi le porte della cattedrale per visitare le catacombe. I nostri passi procedono silenziosamente sul pavimento. Nel silenzio della chiesa vuota tutto sembra ancora più maestoso e mi rendo conto di quanto questo capolavoro meriti un posto speciale nella storia dell'arte italiana. Ci fermiamo: Don Cristoforo mi indica le cisterne sottostanti utilizzate. Cerchiamo di risalire a braccio ai tempi della storia. La porta si apre sull'intimità della chiesa originaria. Da subito mi colpisce il soffitto semplice, scarno, lineare. Don Cristoforo mi racconta e mi mostra la parete sulla quale vi era l'affresco della Madonna delle Grazie, poi recuperato ed incastonato nel coro di legno. Pur vivendo del territorio, pur avendo visitato la cattedrale di san Pietro più volte, resto stupita, rimango senza fiato, innamorata di tanto valore artistico. Ci avviamo verso la cripta, verso le grotte sottostanti e mi ritrovo stupita e meravigliata di fronte alla bellezza delle catacombe. Don Cristoforo mi mostra i loculi dove su tavole di legno su piani orizzontali, ma anche in verticale erano conservati i corpi dei defunti. D'un colpo un passato lontanissimo ritorna alla luce. Più in basso ci sono i lavatoi, dove i corpi erano preparati e curati per essere conservati più a lungo possibile. Don Cristoforo mi racconta di cappelle patrizie e di siti occupati dagli altri ceti sociali. È incredibile quanto arricchimento culturale abbia ricevuto da questa visita. Don Cristoforo mi dona una brochure della cattedrale di san Pietro di Minturno e parliamo delle visite guidate degli studenti fermate dalla pandemia. Il mio auspicio è che i ragazzi del territorio possano giovarsi della crescita culturale offerta da questa presenza storica fondamentale, perché sui libri possiamo recepire tutte le informazioni, come pure dalla multimedialità. Eppure la presenza ci fa dono di una particolare atmosfera che invade il nostro spirito, che sulle pagine di carta o su gli screen non possiamo trovare.
Rossella Serao

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