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sabato 22 febbraio 2020

Aurelio Carlino alla scoperta di Castelnuovo Parano.



Lo storico locale Aurelio Carlino, nella sua perenne ricerca della storia del Lazio meridionale, ci regala l’ennesimo studio, questa volta su Castelnuovo Parano (Frosinone). Carlino ha avuto la possibilità di avere tra le mani un volumetto, risalente al 1904, dal titolo “Memoria della chiesa parrocchiale di santa Maria annunziata in Castelnuovo Perano per Antonio Jannelli – abate curato”. Si tratta di una specie di auto-difesa dell’abate Jannelli che trasmette al vicario di Montecassino, Bruno Maria Petriconi circa la situazione della chiesa di Castelnuovo, considerato che gli era stato chiesto di prendere le redini della parrocchia, a cui avrebbe rinunciato, se possibile. Carlino ha raccolto le varie sezioni (capitoli) che parlano in dettaglio della chiesa: Parrocchialità della chiesa, diritto patronato laicale, patrimonio o beni della chiesa parrocchiale, amministrazione dei bei della chiesa, rappresentanza della chiesa parrocchiale, congrua del parroco o abate curato, vicende della chiesa parrocchiale nel temporale, conclusione e voti, documenti. Un’interessante fotografia del 1903 della chiesa parrocchiale di santa Maria annunziata in Castelnuovo Parano, con cui l’autore Antonio Jannelli rende omaggio postumo alla nonna Dorotea Di Marzio, e che Aurelio Carlino, pazientemente ha rimesso in ordine, evitando che il tempo facesse danni ulteriori, e che ora è possibile vedere stampata, in edizione originale, grazie alla tipografia Caramanica di Scauri. Un ringraziamento va ad Aurelio Carlino, sempre in prima linea, per l’attaccamento al territorio del golfo di Gaeta ed all’entroterra del Lazio meridionale ricco di storia, tradizioni e cultura da far scoprire ai nostri giovani, che devono amare la nostra terra per conoscere il nostro passato con uno sguardo al futuro.

giovedì 20 febbraio 2020

LABORATORIO DIDATTICO AL “CELLETTI” DI FORMIA.

Gli istituti per i servizi della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, più noti con la tradizionale denominazione di “Istituti alberghieri”, fin dalla loro nascita si sono caratterizzati per una formazione tecnico professionale attenta a valorizzare il patrimonio delle risorse ambientali, artistiche, culturali, artigianali del territorio e promuovere la tipicità dei prodotti agroalimentari locali. Al fine di realizzare questo scopo, l’Istituto “Celletti” di Formia ha organizzato quest’ anno tre serate dedicate al ristorante didattico. La prima si è svolta nel primo trimestre, il secondo appuntamento, che precede l’ultimo incontro previsto per il mese di aprile, si è tenuto invece martedì 18 febbraio. Il tema che gli allievi stanno affrontando in questo anno accademico è la lotta allo spreco alimentare, ovvero, come utilizzare al meglio il cibo ottimizzando quantità e qualità del prodotto (ad esempio scegliendo prodotti a km zero, alimenti bio, prediligendo quantità proporzionate al numero degli ospiti). Il laboratorio è stato una vera e propria lezione serale, durante la quale i ragazzi hanno presentato, sulla base della tematica prescelta, i piatti realizzati con il relativo abbinamento dei vini spiegando il lavoro sia in italiano che in lingua in inglese. Il menù proposto, realizzato dalle classi quarte, è stato condiviso oltre che con il dirigente scolastico, che anche questa volta non ha mancato di complimentarsi con i suoi studenti, anche con tutto il corpo docenti e collaboratori scolastici. All’evento hanno preso parte altresi i titolari delle strutture alberghiere del territorio, affinché questi laboratori, come ha ricordato più volte il dirigente Piantadosi nel corso del suo intervento, non siano solo un momento di condivisione e apprezzamento per il lavoro dei ragazzi ma, anche e soprattutto l’occasione per mettere in contatto la scuola con il mondo del lavoro e viceversa. Durante la serata sono intervenuti anche gli studenti che hanno primeggiato ai Campionati della Cucina Italiana 2020 a Rimini guadagnando tre medaglie d’oro, tre d’argento e tre di bronzo. Il dirigente ha poi concluso spiegando agli ospiti come il suo Istituto, sia sempre in prima fila per valorizzare la ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare, costituito da un’infinita varietà di prodotti che nascono, secondo diverse geografie e di quanto questo sia espressione di una tradizione locale ricca di storia che caratterizza in maniera inequivocabile il nostro “stile italiano” .