Il Lazio meridionale (o, impropriamente, basso
Lazio) è l'area storica laziale a sud di Roma che comprende le province di Frosinone
e Latina. La regione fu occupata, dal 2000 a.C. circa, dalla prime popolazioni
indoeuropee discese in Italia. I Latini si insediarono nella zona che
chiamarono poi Latium vetus. Tale regione comprendeva la
parte nord-occidentale dell'antico Latium con a sud-est un confine poco
definito geograficamente. Nella più ampia regione verso sud-est, tra gli Appennini
ed il mare, si stabilirono invece i Volsci, gli Equi, gli Ernici e gli Ausoni.
Questa zona eterogenea fu in seguito chiamata dai Romani Latium novum
o adiectum, ovvero "aggiunto", perché era un territorio che
essi avevano aggregato in seguito alle loro progressive conquiste del V e IV
secolo a.C. Si estendeva verso sud fino al tratto del fiume Liris oggi
detto Garigliano; secondo Plinio il Vecchio si estendeva anche leggermente più
a sud fino a Sinuessa. Le città del Latium adiectum erano:
- Caieta (Gaeta);
- Casinum (Cassino), da cui passava la Via Latina, ultima città del Latium (verso sud-est);
- Formiae (Formia), detta Hormia o Ormiai per l'eccellente approdo, sede dei Lestrigoni di fondazione laconica da cui passava la Via Appia;
- Fregellae (località Isoletta di Arce), nei pressi del fiume Liri, al tempo di Strabone ridotta ad un villaggio; quando si ribellò venne distrutta dai Romani (nel 124 a.C.);
- Fundi (Fondi), posta sulla Via Appia;
- Minturnae (Minturno), un tempo chiamata Pirae ed a quel tempo divisa in due dal fiume Liri (Clanis), presso la quale passava la Via Appia;
- Sinuessa (Mondragone), l'ultimo luogo del Latium adiectum, da cui passava la Via Appia e nelle cui vicinanze vi era una località termale nota per curare alcune malattie;
- Sora (Sora) sul Liri;
- Speluncae (Sperlonga), che sorge su un promontorio dove all'epoca di Strabone sorgevano immense caverne occupate da grandi e lussuose ville o residenze (come la villa dell'imperatore Tiberio);
- Tarracina (Terracina), un tempo chiamata Trachine (in seguito Anxur, in lingua volsca), posta sul sito dell'antica Amyclae o Amynclae, lungo la Via Appia.
Le due regioni storico-geografiche entrarono in
seguito a far parte, insieme alla Campania, della Regio prima (più tardi nota
con il nome di Latium et Campania) nella suddivisione territoriale e
amministrativa stabilita dalle riforme di Augusto. In età imperiale il Lazio
era ormai percepito come un'entità unica, mentre restava netta la distinzione
rispetto alla Campania, con il confine fissato al fiume Garigliano. Nell'Alto
Medioevo l'area si frammentò sotto l'influenza contrapposta dei Longobardi e
dei Bizantini; si vennero definendo in tale epoca lo Stato Pontificio (i cui patrimonia
arrivavano al Garigliano) e la Terra di San Benedetto, realtà che riaggregarono
il Latium in due blocchi separati. Si creò così uno dei confini più
stabili d'Europa, dato che le due Signorie non avevano motivo di aggredirsi a
vicenda, ma anche il più permeabile e il meno militarizzato per via del
prestigio papale. Il rinascimento vide la nascita del Ducato di Sora e le
feroci lotte contro il banditismo. In epoca normanno-sveva, grazie ad una
politica di conquista progressiva, si definì la Terra di Lavoro del Regno di
Sicilia; maggiore stabilità si ebbe quando nacque il dipartimento di Terra di
Lavoro del Regno di Napoli, con capoluogo Capua fino al 1818 e poi Caserta. Si
ebbero scontri di potere, per esempio tra Capua e la sottomessa Cassino in
ricerca di maggiore autonomia. Il dipartimento comprendeva l'intera attuale provincia
di Caserta, la parte meridionale delle attuali province di Frosinone e Latina,
parte dell'agro nolano e le isole Ponziane. Comprese addirittura per
quattrocento anni una enclave pontificia: Pontecorvo. La Terra di Lavoro, come
tutti i dipartimenti del Regno, era suddivisa a sua volta in circondari, mandamenti
e universitas
demaniali e feudali. Sora era capoluogo di circondario, e ospitava gli uffici
principali; l'altro capoluogo poi passato al Lazio era Gaeta. Dopo secolari
negoziati tra Papato e Re Borbonici, solo il 26 settembre 1840, papa Gregorio
XVI e Ferdinando II sottoscrissero un trattato di confinazione, che pose
termine allo stato di incertezza (per la
verità riguardante al massimo poche centinaia di metri "più in qua" o
"più in là", ma la linea di confine era "grosso modo"
definita da secoli e secoli) in cui versava la frontiera dei suddetti
stati, causa di dispute tra le popolazioni. L'apposizione di cippi di confine
in pietra avvenne tra il 1846 e il 1847. Con regio decreto del 6 dicembre 1926
nacque la provincia di Frosinone, che includeva gran parte del Lazio
meridionale, da Velletri al Garigliano; la provincia fu ridotta di dimensioni
con regio decreto del 2 gennaio 1927, cedendo alla provincia di Roma la fascia
tirrenica e il Veliterno; il 25 gennaio 1934 fu istituita la provincia di
Littoria, oggi Latina, scorporando le aree più a sud della provincia di Roma;
nel 1970, quando fu istituita la regione Lazio, il Latium riconquistò
unità amministrativa, a scapito di quella plurisecolare che era la Terra di
Lavoro, ormai completamente frammentata. Alcuni fanno risalire all'attuale
configurazione provinciale il faticoso sviluppo nel Novecento del golfo di
Gaeta, del Cassinate e della valle di Comino, a vantaggio delle zone di Latina
e Frosinone, poiché queste aree costituiscono le estreme appendici meridionali
di due province verticali, con capoluoghi legati nella forte e compatta area
d'influenza di Roma. Di conseguenza è stato effettuato un decentramento di
alcuni uffici provinciali ed è stato anche avviato l'iter per l'istituzione di
nuova provincia, spesso indicata come del Lazio meridionale; attualmente
tale iter ha ottenuto un arresto, in attesa di sufficienti fondi che
sopperiscano al conseguente aggravio di spesa. Alcuni, ignorando la
discontinuità storica, identificano il Lazio meridionale con l'intero Latium
di epoca classica: una regione delimitata dal Tevere, dal fiume Garigliano, dal
mar Tirreno e dalle propaggini degli Appennini verso l'interno. A nord vi era
la Tuscia e a sud la Campania. Tale area geografica corrisponde all'antica
provincia di Campagna e Marittima e alla parte oggi laziale dell'antica Terra
di Lavoro. Il confine tra le due province prima dell'Unità è stato tra i più
stabili sulla Penisola. Alcuni invece identificano con il territorio del Lazio
che fece parte della Terra di Lavoro una nuova area peculiare. Questa
identificazione è sostenuta da quelli che vedono l'attuale struttura
provinciale un ostacolo allo sviluppo e da quelli che giudicano gli attuali
confini regionali e provinciali una forzatura storica. Tali considerazioni
hanno dato origine a movimenti che puntavano alla formazione di una nuova provincia
nel Lazio Meridionale. Tali movimenti sono stati particolarmente vivaci nel
Cassinate che, tra 1956 e 2006, è stato al centro di ben dieci proposte di
legge per far diventare Cassino capoluogo di una nuova provincia. Le proposte
parlamentari sono state presentate dai deputati Angelucci (1956); Picano
(1984); Pecoraro Scanio (1996), Testa (1997), Magliocchetti (1997) (queste
ultime supportate dalla nascita nel 1999 del MASL, Movimento Autonomista Sud
Lazio), Tofani (2004), La Starza e Conte (2004) ed,
infine, dal deputato Formisano (2006); le iniziative a livello
regionale sono state prese dal consigliere Gentile (1993) e dai consiglieri
Vitelli e Collepardi (1998), mentre le proposte iniziali riguardavano
l'istituzione della "Provincia di Cassino", dal 1996 si iniziò a
parlare di "Provincia del basso Lazio" o "Provincia del Lazio
Meridionale" con capoluogo Cassino, ma comprendente anche il comune di Sora,
in modo da ricalcare i confini storici della Terra di San Benedetto. L'ultima
proposta, datata 2006, prevedeva invece una provincia "tripolare",
con capoluoghi le città di Cassino, Sora e Formia. Tale proposta, che era
giustificata dal fatto che l'attuale configurazione territoriale
“longitudinale” delle provincie di Frosinone e Latina, con la posizione dei
relativi capoluoghi a una distanza considerevole (talvolta superiore a 100
chilometri) dalla maggior parte dei comuni del Lazio meridionale, avesse
determinato nel tempo scelte politico-amministrative troppo spesso sbilanciate
in favore delle aree settentrionali della provincia, anche per effetto della
forza centrifuga esercitata dal polo romano. La suddetta proposta parlamentare
era rafforzata dalle delibere favorevoli di 41 dei 63 comuni interessati, che
rappresentavano la maggioranza della popolazione dell'area stessa (circa
205.000 abitanti su 310.000 complessivi). Il confine storico corrisponde
comunque ad un confine di tipo linguistico: l'antica linea di confine tra Lazio
e Campania, fino al 1870 confine di Stato, segna con buona approssimazione
anche un confine linguistico tra l'area dei dialetti italiani mediani e quella dei
dialetti italiani meridionali, ancorché sul versante sud si ravvisino (fino al
limite del Garigliano) talvolta elementi dialettali laziali di probabile
substrato, soprattutto nel vocalismo e nella fonetica in genere, ma anche, per
quanto riguarda la provincia di Frosinone, nel lessico. La fondazione di nuove
provincie di fronte alla legge ha solo giustificazione pratica, in primis
una diversa distribuzione delle risorse sul territorio: i capoluoghi Frosinone
e Latina, come detto, sono molto decentrati rispetto al territorio che
amministrano. Molti invece auspicano solo un maggiore decentramento degli
uffici provinciali perché la creazioni di nuove amministrazioni locali
creerebbe innegabilmente un aggravio di spesa. Va tenuto conto, comunque, che
l'orientamento degli ultimi governi verso l'abolizione delle province ha, di
fatto, portato al decadimento del dibattito. Istituita nel 1979, l'Università
degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale è il fulcro della cultura nel
Sud del Lazio. Ha sede a Cassino e per via della sua posizione strategica
sull'antica Via Casilina che collega Roma a Napoli, costituisce il punto di
incontro tra le città del Lazio Meridionale, della Campania, del Molise e
dell'Abruzzo dalle quali canalizza la maggior parte degli studenti, anche
grazie alla tradizione umanistica e culturale portata avanti nei secoli
dall'abbazia di Montecassino. Ha, inoltre, sedi distaccate a Frosinone, Sora ed
Atina.
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