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domenica 3 aprile 2022

Sujo nella storia.

Sujo, terra in provincia di Terra di Lavoro, in diocesi di Gaeta, distante da Napoli miglia 65 e 17 da detta città di Gaeta. Nel 1023 possedendosi per metà da Ugone di Gaeta fu donata al monastero di Montecasino e chiamasi Castello di Sujo, donazione che rinnovò nel 1040. Nel 1069 vi fu solennizzato uno strumento di vendita e si dice Castro Sujo. Ricardo Dell’Aquila duca di Gaeta vi possedeva due molini, i quali avendoli donati ad Alberto vescovo di Gaeta, si dice essere quelli siti in Castro Suio. Quando Roberto principe di Capua, lo donò al monastero di Montecasino, come l’aveva posseduta Riccardo Dell’Aquila, la chiama Castro Suio. … Questa terra vedesi edificata in luogo montuoso, ove l’aria non respirasi niente salubre a cagione del Garigliano. Questo fiume scorre colà tra due catene di monti distaccate al quanto dagli Appennini, una che comincia non molto lontano da Sangermano e si dirige verso Rocca Monfina, Sessa e altra che presenta un angolo in Sujo e va verso Castelforte, Trajetto, Roccaguglielmo. Questi monti non sono che esplosioni vulcaniche. Secondo avvisa Girolamo Perrotta tremarono per lo corso di 50 e più giorni dal dì 8 febbraio del 1728, ma quel che dimostra l'attuale esistenza di un fuoco sotterraneo in quei luoghi, si è quella delle molte acque medicinali fredde e termali, delle quali ha scritto bene Vittorio di Monaco professor di medicina. Le suddette acque sorgono nella valle ai lati del fiume e propriamente nei luoghi che appellano la Mola Salomone, l’Inferno, Sant’Antonio Abbate, Sant’Egidio, il Molino dell’Aglio, gli Aspidi, i Catapani e Sujo. Le medesime sono valevoli alle guarigioni di molti mali. Le termali calde forse furono note agli antichi, come tuttavia esistono gli avanzi delle terme. Pretende il sullodato di Monaco che Plotino, celebre filosofo della setta platonica, scelta si avesse in Campania Felice questo luogo appunto per l’uso dei bagni. Prima di lui il Pellegrino ed il Perrotta si avvisarono, che di queste acque valute se ne fossero gli antichi per l’uso dei bagni. Il detto di Monaco ha poi analizzato tutte queste acque ed adattate all’uso medico. Sono celebri i suoi conti nell’età di mezzo. Rainerio conte, figlio di Leone ipate di Gaeta, marito di Mira, signoreggiò in Sujo nel 1040, insieme con Leone, o Landolfo figlio di Docibile conte, con Giovanni figlio del suddivisato Ugone conte e marito di Sikelgrima e con Pietro e Giovanni figli di Pietro tutti fratelli e nipoti. Nel 1068 Loffredo Monio era signore di Sujo e non già dal 1080, come nota Trojano Spinelli, portando valevole documento in contrario il Federici e meglio va detta Losfrida, soprannominato Ridello e dominò anche in Pontecorvo. La possedé poi Riccardo Dell’Aquila; indi la possedé Andrea suo figlio. Nel 1115 Alessandro secondo marito di Rangarda o Ringarda stata prima moglie di Riccardo Dell’Aquila fu preso da quel di Sujo e la diedero al monastero di Montecasino. I monaci di Montecasino ebbero la conferma del castello di Sujo da Riccardo figlio di Bartolommeo di Carinola che contendeva con Rangarda moglie di Alessandro e nel 1117 Roberto principe di Capua concedette il detto castello nella stessa maniera, che lo aveva tenuto Riccardo Dell'Aquila ed Andrea suo figlio. Adenulfo conte riceve il castello di Sujo dal monastero di Montecasino in scambio di Piedimonte.

(Notizie tratte dal “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani a Sua Maestà Ferdinando IV Re delle Due Sicilie – Tomo IX – Napoli 1805).

 

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