Sig. Presidente,
nella qualità di Sindaco del Comune di Vitulazio, un comune di circa 7.500
abitanti, sento il dovere di rappresentarLe il grave disagio che l’emergenza
sanitaria Covid-19, con tutte le conseguenze derivanti dall’adozione delle
misure che tutti siamo stati chiamati ad assumere, sta producendo sulla già
fragile economia locale. L’ultimo Suo provvedimento del 9 c.m, doloroso,
ma necessario, rende ancora più difficile la vita degli operatori economici. Le
perdite che i piccoli commercianti, gli artigiani e le imprese, il popolo delle
partite iva, stanno sopportando sono notevoli. Mi rendo conto che oggi
l’attenzione Sua e del Governo è protesa, come è giusto che sia, alla
salvaguardia della salute di tutto il Popolo Italiano. Su tale fronte il
Suo Governo sta dimostrando grande attenzione nel mettere in campo azioni
preventive, efficaci ed incisive. In questo momento difficile sento, però, la
necessità di farmi interprete del grido di dolore che gli operatori economici
locali quotidianamente, nel loro dignitoso silenzio, mi fanno pervenire, lo
fanno senza rinunciare alla loro dignità, con la schiena dritta. Sicuramente la
nostra situazione è uguale a quella di tanti altri Comuni d’Italia e del Sud in
particolare. Sono anche consapevole del fatto che un Governo debba fare i conti
con situazioni economiche sovranazionali,occorre pareggiare il Bilancio, fare i
conti con l’Europa, confrontarsi con un sistema economico globale che richiede
un sistema imprenditoriale solido e competitivo. Come Lei sa un’amministrazione
comunale può fare ben poco per salvaguardare un sistema economico già
strutturalmente fragile e ancora meno può fare in questa situazione di
emergenza. Si tratta di garantire la sopravvivenza a queste persone, di chi
ogni mattina alza la saracinesca di negozi ed imprese, nella speranza di
pareggiare almeno costi e ricavi. Leggo nei loro occhi la volontà e la
determinazione di lottare, di aspettare tempi migliori, di recuperare le
perdite che in questi giorni stanno subendo. Anche questi piccoli attori del
mondo economico, con il loro 0,00001%, contribuiscono a formare il PIL, non
possono essere abbandonati al loro destino. Questi Sig. Presidente sono i veri eroi
di un sistema economico e sociale che consente ai nostri piccoli comuni di
sopravvivere, sono quelli che mantengono in vita un piccolo sistema sociale,
sono la struttura portante delle nostre comunità, che hanno evitato lo
spopolamento del Sud, che hanno arginato la desertificazione urbana e sociale. Sono
coloro che a fronte delle difficoltà quotidiane non scappano, le affrontano in
silenzio, con coraggio; ecco sig. Presidente questi sono i veri eroi dei tempi
moderni, quelli che pagano le tasse, le bollette, i dipendenti e vivono con la
speranza che il prossimo anno sia migliore. Sono quelli che non chiedono aiuto a
nessuno, quelli che individualmente considerati, nell’ambito dell’intera
economia nazionale, hanno poco peso, loro non sono la Finanza, sono coloro che
non frequentano i salotti buoni dell’economia, però tutti insieme rappresentano
l’economia reale, quella che produce, quella del lavoro, del lavoro e del
sudore della fronte, in una sola parola sono l’economia onesta, quella che non
ha mai fatto conto sugli aiuti statali o comunitari. Non sono le banche
che, dopo avere danneggiato i risparmiatori, chiedono di essere salvate. Allora
sig. Presidente io, a nome di queste persone, che mi onoro di rappresentare,
chiedo a Lei, all’avvocato degli Italiani, di adottare con urgenza
provvedimenti economici e fiscali per consentire a questi operatori economici
di continuare ad esistere e a dare vita alle nostre piccole comunità. Faccio
appello alla sensibilità dell’uomo e del giurista prestato alla politica, nella
convinzione che sicuramente vorrà pendere in conto le richieste del mio Paese,
richieste che sicuramente sono uguali a tanti altri Comuni d’Italia. Dobbiamo
dare coraggio e speranza al nostro popolo, a questo popolo che da tanti anni,
da troppi anni, stiamo solo chiedendo sacrifici. In attesa di Suo cortese e, mi
auguro, personale riscontro, La saluto cordialmente augurandoLe buon lavoro.
Vitulazio, lì 11.03.2020
Il Sindaco
Avv. Raffaele Russo
PS: Nel rileggere sig. Presidente ho notato l’uso ripetuto dell’aggettivo
“piccolo”, ho cercato di correggere, ma non l’ho ritenuto opportuno, sa perché?
Perché credo che tante piccole cose, tanti piccoli uomini, tante piccole imprese,
tante piccole azioni positive hanno fatto grande l’Italia.